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Quanta energia si risparmia grazie agli Open Data?

Una smart city ha tante sfide da affrontare, una di queste è creare un ambiente sostenibile, grazie alla riduzione dei consumi di energia e dell’utilizzo della carta.

Parliamo di energia

Secondo un’indagine svolta da McKinsey nel 2013, i dati inerenti al risparmio energetico ottenuto grazie agli open data sono rilevanti anche i fini economici.

Partendo dai dati di consumo energetico del territorio, è possibile mettere in pratica una corretta politica di gestione energetica: avendo consapevolezza dei consumi effettivi relativi a un determinato periodo o degli effetti di determinate azioni (come la costruzione di un impianto fotovoltaico o la ristrutturazione di un immobile), cittadini e PA possono individuare e pianificare le azioni di intervento future.

Di quali dati si tratta?

  • Certificazioni energetiche degli edifici di cui sono titolari le regioni;
  • Dati relativi a efficientamento energetico;
  • Dati di localizzazione degli impianti di produzione alternativa dell’energia;
  • Dati sui consumi energetici relativi alle proprie utenze.

E la carta?

Sapevate che fascicoli, ricette mediche e certificati potrebbero formare una colonna di 800 chilometri?

Che valore economico hanno i dati aperti?

Le stime ci dicono che nel periodo 2016-2020 gli Open Data creeranno valore economico in Europa per 325 miliardi.  Secondo l’indagine di Capgemini, l’impiego efficace degli Open potrebbe contribuire a ridurre il consumo di energia del 16% e nel 2020 i risparmi accumulati sui costi per le pubbliche amministrazioni europee che utilizzeranno gli Open Data dovrebbero raggiungere 1,7 miliardi di euro.